UN ANNO IN ALTA VOLATILITà

Che questo 2022 non fosse un anno come i precedenti lo sapevamo, e che i rischi e le opportunità fossero tante ci sembrava chiaro, ma per essere ancora nei primi dieci giorni del nuovo anno, la volatilità è davvero notevole, special modo nel comparto equity!
Ieri le borse americane, dopo una giornata di profondi ribassi, che sembravano dare il via ad un vero e proprio panic selling, toccando performance di oltre il -2.00% , incredibilmente hanno chiuso non lontano dalle aperture, e per i tecnologici abbiamo assistito anche ad una chiusura in territorio positivo.
Altissima quindi la volatilità nel comparto equity, che si rispecchia in una forte indecisione anche nel valutario, dove non sembra esserci un chiaro assetto di riskoff o risk on, con valute tipicamente rifugio come yen e franco svizzero che non trovano una correlazione tra loro, ma si muovono in modo del tutto asincrono.
Sarà una settimana difficile, con la pubblicazione già domani dei dati sull’inflazione usa, che potrebbero portare nuovi flussi di ordini sui mercati in grado di generare sia nuovi ribassi che un rapido recupero, difficile fare previsioni e pronostici.
Anche il sentiment espresso sul mercato dai retail sembra abbastanza confuso, con pochi chiari sentiment direzionali, come la sterlina.
Continua infatti la fase di no trend dell’euro che vede i retail long al 53% rispetto al 59% visto ieri, neutralizzando sempre di più il loro sentiment in chiara espressione di no trend.
Anche sul dollaro americano poche novità con i retail long al 52% , ribaltando il sentiment short di ieri al 54%, segno anche qui di un continua alternarsi di sentiment attorno alle aree di equilibrio del 50%.
Forte solo la sterlina, che continua la sua salita contro quasi tutte le altre majors, e che porta i retail a posizionarsi all’85& short, incrementando ancora il precedente 84% corto visto ieri, segno che il sentiment contrarian ancora non è terminato.
Respirano leposizioni long sullo yen, che in seguito ai venti di risk off visti ieri, ha dato spazio a grandi prese di profitto, sia sul futures che naturalemnte per le sofferte posizioni contrarian dei retail che erano ieri al 85% long, e si ritrovano oggi solo al 77%.
Leggermente long ancora sul dollaro australiano con un 61% di retail in poszione lunga in linea con il 62% visto ieri, anche a causa di un nulla di fatto negli ultimi giorni che continua a mantenere fermi i prezzi della valuta oceanica.
Incrementano invece la già forte esposizione long sul dollaro neozelandese, che vede un sentiment long al 80% da parte dei retail che ieri erano invece al 78%, con un cambio originale nzdusd che continua ad oscillare tra 0.67 e 0.6850, anche qui senza trovare grandi spunti direzionali, ma rimanendo sotto la costante pressione del dollaro americano.
Vedremo quindi come si sposteranno gli equilibri di mercato nei prossimi giorni con gli importanti market mover previsti.
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