La disoccupazione USa inizia a salire

Sale la disoccupazione americana, dopo mesi di attesa da Parte della FED e degli analisiti per avere dei primi segnali dal mercato del alvoro che rimaneva fin troppo caldo, con una disoccupazione sui minimi degli ultimi 20 anni al 3.4%, oggi finalmente abbiamo avuto un riscontro di disoccupazione al 3.7%.
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I nuovi ruoli paga sono comunque stati soddisfacenti, attestandosi oltre le 300K unità, ma a quanto sembra non è sufficiente a colmare la fame di lavoro e molti americani iniziano a non trovare lavoro con la medesima semplicità di un mese fa.
La disoccupazione in aumento favorisce la speranza della FED di un controllo sulla corsa dei prezzi, ponendo alle strette la domanda interna, con gli americani che dovranno fare adeguati conti a fine mese.
A frenare la domanda interna non solo la disoccupazione in aumento , ma anche i salari che calano nella paga oraria media, sia su base mensile che su base annuale, ponendo un ulteriore freno alle potenzialità dei cosnumatori USA.

In questo contesto, il dollaro USa che aveva sino ad oggi spinto le prospettive di un ulteriore rialzo del costo del denaro, inizia avacillare e le quotazioni iniziano a stornare dai massimi di 104.45 per approdare ai supporti di 103.37, non riuscendo per ora a riportarsi oltre la mm21 periodi che si posiziona a 103.90.
Sebbene lo stocastico indichi una potenziale ripartenza rialzista, solo la violazione dei massimi di 104.45-50 potrebbe decretare un nuovo impulso rialzista, mentre eventuali affondi verso 103.07 potrebbero dare il via a nuove cadute del biglietto verde.

Nulla ha scalfito il mondo tech, che mostra un nasdaq ancora molto tonico che guarda a nuovi massimi, senza il minimo timore di un possibile rialzo ulteriore dei tassi di interesse o di una frenata dei consumi,visto i dati sul mercato del alvoro.
Vedremo quanto a lungo i big tech terranno il ritmo rialzista e cosa farà la FED alla prossima riunione di Giugno.
Salvatore Bilotta
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